IL VINO NELLA LETTERATURA ITALIANA MODERNA
Docente: Fabio Pagani
“Quanto ha contato il vino nella letteratura italiana moderna? Non
tanto (non soltanto) per l’ispirazione che ne abbiano tratto gli scrittori
bevendo, ma per la sua presenza concreta e metaforica nell’opera, per
la sua capacità di schiudere la via ad una interpretazione inedita”.
Apriamo con queste parole, tratte dal libro Il calamaio di Dioniso
di Pietro Gibellini, per parlare di Illuminismo e Romanticismo, di Scapigliatura
e Verismo, fino al Decadentismo. Oltre a questo, perché non aprire
una finestra sulle spigolose vicende di paese? Chi, meglio di noi emiliano-romagnoli,
può fregiarsi del diritto di saltare dalla nobile letteratura alla
più prosaica e schietta realtà contadina? Ma non solo. Anche
le borgate romane, molto sensibili al nettare degli dèi, secondo quanto
scrive il poeta Belli, si nutrono di vino. L’osteria è il luogo
deputato a bisbocce, invettive, risse sanguinose, ruvidi affetti: "Noi
mànnece a scannatte er giacubbino, - spènnece ar prezzo che
te va più a core, - ma guai pe cristo a chi ce tocca il vino".
Il popolano di Roma concede qualsiasi cosa al Papa Re, pur di non rinunciare
a quella, per così dire, disperata consolazione.
Sono molte le sollecitazioni offerte da queste "tappe enoiche" della
nostra letteratura. Ma abbiamo già detto tanto. Il resto… a bicchiere
pieno!
Quota di partecipazione: €20.
Dal 3 al 17 aprile 2025
Numero di lezioni: 3
Giorno e orario: giovedì, dalle 20.30 alle 22.00
Sede: Casa Monti - via Passetto, 3